miércoles, 11 de febrero de 2015

Gli Ovis Mollis: i tuoi prossimi biscotti preferiti!


Ovis Mollis! Sembra quasi una formula magica da Harry Potter, Wingardium Leviosa!  Ovis Mollis!
La magia, forse, c'entra eccome, ma è una magia gastronomica, e non occorrono bacchette magiche ma solo voglia di fare un dolce tra i più buoni che possiate mangiare con pochi semplici passi.
Gli Ovis Mollis sono un dolce tipico dell'Italia nord occidentale (soprattutto Piemonte e Lombardia) e sono a base di una versione leggermente modificata della pastafrolla.

La pastafrolla è una preparazione base per i dolci italiani, una versione molto più farinosa e deliziosamente instabile della sua cugina massa brisa. Il nome lo dice già tutto, è una massa estremamente friabile che si utilizza in ogni campo della pasticceria, dalle crostate ai biscotti, dalle torte ai pasticcini.

La storia della pastafrolla è difficile da ricostruire, anche se sappiamo che una prima notizia dell'utilizzo di tale preparazione la troviamo all'indomani dell'anno Mille a Venezia, la porta d'oriente.
Sappiamo che attraverso la Serenissima giungevano nel Vecchio Continente alcuni indispensabili ingredienti, come ad esempio la canna da zucchero, importata dall'Egitto e dalla Siria.
In seguito venne perfezionata e giunse all'attuale consistenza attorno al 1600, con la nascita della grande pasticceria, più o meno negli stessi anni in cui i cugini d'Oltralpe creavano la pasta brisa.

L'Ovis Mollis, come dicevamo, è un tipo di pastafrolla, la cui particolarità sta nell'utilizzo delle uova sode e della fecola di patate. Forse la loro origine è legata a dei biscotti friabilissimi piemontesi, le Margheritine di Stresa, che nacquero pochi anni prima dell'Unità d'Italia, nel 1857, nella amena località omonima sul Lago Maggiore. La storia è presto detta: la futura regina Margherita di Savoia (a cui peraltro è dedicata la famosa pizza) ancora bambina era solita soggiornare d'estate nella Villa Ducale di Stresa, cittadina in cui operava un pasticcere, Pietro Antonio Bolongaro, impegnato a realizzare una ricetta per dei biscotti leggerissimi e friabilissimi. Tali dolci vennero offerti dal pasticcere in occasione della prima comunione della futura regina, e questi biscottini piacquero così tanto a Margherita che non vi rinunciò mai più, neppure una volta divenuta regina. Addirittura, la Margherita di Savoia stabilì che le Margheritine di Stresa, come vennero ribattezzate, sarebbero state offerte ogni anno in occasione del Ricevimento di Ferragosto della Casa Reale. Il figlio del pasticcere Bolongaro, una volta ereditato il laboratorio pensò di rendere disponibili a tutti questi semplicissimi ed ineguagliabili pasticcini, ed ancora oggi le Margheritine di Stresa sono un prodotto molto amato e tipico della zona occidentale del Lago Maggiore.


Il Lago Maggiore visto dall'Isolabella
Gli Ovis Mollis ci sembrano notevolmente ispirati alle Margheritine di Stresa, e le due ricette sono decisamente simili, se non fosse per la minore quantità di tuorli sodi nelle Margheritine rispetto alla ricetta degli Ovis Mollis. Purtroppo per quanto riguarda gli Ovis, non abbiamo da offrirvi un aneddoto, una storia o un anno esatto di nascita, ma sappiamo che li possiamo ritrovare con il loro nome per la prima volta nel libro di ricette di Giuseppe Ciocca dall'eloquente titolo "Il pasticciere ed il confettiere moderno", edito da Hoepli nel 1907. Ciocca era un poliedrico cuoco (e perfino un artista!) nato nel 1867 a Treviglio, deliziosa cittadina che si trova tra Milano e Bergamo.
Va detto che la forma che viene scelta dal Ciocca per la sua ricetta degli Ovis Mollis è diversa da quella che possiamo vedere oggi nelle pasticcerie: si tratta infatti di anelli schiacciati e non di biscottini a forma di sfera. Sull'origine del nome invece il mistero è fitto: in latino infatti può significare uova molli, nel senso che la morbidezza dei biscottini dipende in gran parte dalle uova sode. Ma Ovis può significare anche ovino, pecora, suggerendo forse un significato di un dolcetto soffice come la lana.

La versione che vi proponiamo nella nostra ricetta è quella forse più diffusa degli Ovis Mollis, spesso denominata nelle pasticcerie come "Occhio di bue": delle sfere leggermente schiacciate con al centro una sorta di "pupilla" data da marmellate o deliziose creme.






Ricetta: 

Ingredienti:


200 g. di burro senza sale

200 g. di farina
100 g. di zucchero a velo
100 g. di fecola di patate
5 tuorli d'uovo bolliti
1 cucchiaio di estratto di vaniglia (o una bustina di Vanillina)
un pizzico di sale
marmellate secondo il vostro gusto per la guarnizione

Preparazione:

1- Bolliamo le uova. Una volta fatto separiamo i tuorli e li mettiamo da parte.




2- In una ciotola, mettiamo tutti gli ingredienti, cioè la farina, i tuorli setacciati, la fecola di patate, il burro freddo tagliato a dadini, lo zucchero ed un pizzico di sale. Ammassiamo il tutto con le mani fino ad ottenere un impasto omogeneo. Ricopriamo la massa con un po' di pellicola alimentare e lo mettiamo in frigo per circa un paio d'ore.







3- Tagliamo adesso la massa e faremo delle palline di circa tre centimetri di diametro. Le metteremo in una teglia ricoperta da carta forno e schiacceremo dolcemente il centro delle palline con il pollice, creando una concavità dove verseremo il nostro ripieno.








4- Preriscaldiamo il forno a 180ºC. Questi biscottini si possono guarnire sia prima di essere cotti in forno che dopo, se preferite. Noi di solito le decoriamo con delle coloratissime marmellate ai differenti sapori prima di metterle in forno, e in questo caso abbiamo scelto una marmellata ai frutti rossi ed al gusto lemon curd! Gnamm!





5- Cuocere all'incirca per 12 o 15 minuti. Non lasciate che la superficie si dori molto, lasciatela piuttosto bianchina, altrimenti si potrebbe rompere con facilità davvero esagerata anche per un Ovis Mollis!





Mi raccomando, provate questa facilissima ed irresistibile ricetta, la formula magica degli Ovis Mollis lascerà tutti quanti incantati!
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2 comentarios:

  1. Bellissima l'introduzione storica, ma la ricetta... Non hai fatto la sbattuta! Che frolla sarebbe senza sbattuta

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