miércoles, 23 de abril de 2014

La Storia della Pasta

E' strano pensare che anche qualcosa di così universalmente presente nelle nostre tavole e nelle nostre cucine come la pasta possa avere una origine, possa essere nata da una storia. Eppure, così come per il pomodoro o la patata, c'è stato un periodo in cui ancora non esisteva questa variegatissima famiglia di alimenti. La pasta è una invenzione semplice e geniale, basata su un concetto che parrebbe quasi filosofico: la forma determina il gusto. E' infatti privo di senso pensare a una pastasciutta senza l'accompagnamento per eccellenza: i sughi. I sughi, come sappiamo, possono essere più o meno liquidi, più o meno densi, possono avere pezzi di carne o di pesce, possono avere consistenze diverse, e così via. Per questo dunque esistono varie forme di pasta, liscia, rigata, spirali, conchiglie, fischioni, paccheri, penne, pennette e mille altre tipi, spesso declinati per regioni o addirittura per comuni. Nel corso della lunga storia della pasta dunque si è avuto un affinamento tra il matrimonio perfetto tra sughi (spesso realizzati con prodotti tipici locali) e paste, le cui forme a sezione tonda, quadrata, rettangolare, tuboidale o ripiena servono per raccogliere il massimo sapore. Oggi secondo alcuni studi esistono almeno 563 tipi di pasta differenti per forma, colore, composizione o sapore in tutta Italia. Davvero uno per paese!


I mille tipi di tagliatelle

Si potrebbe dire insomma che dal fantasioso campanilismo delle mille forme differenti di pasta è forse nata la passione per la creatività e il design tipico italiano. Già, ma a proposito, ma come è nata la pasta?

Secondo la leggenda, Marco Polo avrebbe portato dal suo famoso viaggio ad oriente gli spaghetti nel mondo Occidentale. Ma molti mettono in dubbio questa narrazione: ci sono tracce documentate della presenza della pasta anche nel periodo precedente al viaggio in Cina di Marco Polo! Ad esempio, lo stesso Cicerone, ai tempi della Roma imperiale, parlava di un piatto a base di Làgana, cioè di una pasta a sezione rettangolare assai simile (anche come nome) alle nostre lasagne. E' interessante notare come, tremila anni dopo, in alcune zone d'Italia, come il Cosentino, si utilizza ancora la parola lagana per definire le lasagne. C'è chi sostiene che la leggenda di Marco Polo sia stata messa in giro da una rivista americana nota come Macaroni Journal, a scopo promozionale, per promuovere un piatto allora non ancora così famoso appena giunto dalla vecchia Europa.

La vicenda storica attorno alla pasta è in realtà ancora poco nota, si sa ad esempio che sia gli Etruschi ne erano ghiotti, e anche nella Grecia antica era già nota. Si potrebbe dunque speculare che sia un piatto che ha accompagnato l'evoluzione dell'uomo in tutta la sua espansione nel continente Euroasiatico. Una volta imparato a coltivare i cereali, l'uomo in età neolitica iniziò a costruire gli strumenti per macinarli e mescolarli con acqua.

Ma a parte questa lontanissima digressione, possiamo affermare che le prime
Come veniva fatta la pasta nel Medioevo
tracce "moderne" di una pasta simile a quella che mangiamo con gusto noi oggi possono trovarsi a partire dal 1300 circa. Durante il medioevo, infatti, la pasta inizia ad essere bollita, e non più messa in forno. Abbiamo conoscenza di un trattato culinario del milletrecento, il "Liber de coquina", che descrive precisamente come fare le tagliatelle. L'opera è stata scritta da un letterato napoletano. la pasta a lunga conservazione, o secca, meglio nota oggi come pastasciutta, si ritiene che fu dapprima inventata dagli arabi, che si nutrivano di essa durante le aride traversate del deserto. In Sicilia, che subì la dominazione araba, nacquero dunque le prime botteghe di questo nuovo prodotto rivisitato. Le botteghe poi aprirono anche nelle altre grandi città portuali, come Napoli e Genova, per poi giungere anche in Puglia e in Toscana e da lì nel resto d'Italia.

Una volta giunto il pomodoro dall'America, la pasta fu pronta a fare il salto di qualità. In precedenza, infatti, veniva servita quasi esclusivamente con salse di carne e formaggio. Nel corso del 1500 nascono nella cittadina di Gragnano presso Napoli i primi pastifici artigianali a conduzione famigliare. La pasta di Gragnano è resa unica dalle particolari condizioni climatiche dei Monti Lattari, che permettono una essicazione unica della pasta. In seguito, una crisi del settore tessile riconvertì quasi tutti i gragnanesi alla produzione di pasta. Numerosi mulini ad acqua furono costruiti per lavorare la pasta, e oggi si possono ancora vedere nella cosiddetta "Valle dei Mulini".




Pasta essiccandosi nella centralissima Via Roma di Gragnano


Moderna essicazione della pasta
Nel corso del settecento poi vennero introdotti i sistemi di produzione
industriale, e questo permise di ampliare la produzione e abbassare i prezzi. Con l'Unità d'Italia iniziò l'esportazione della pasta di Gragnano anche a Roma, Torino e Milano. Nel 1885 fu addirittura il re d'Italia Umberto I di Savoia e sua regina Margherita (quella della pizza) ad inaugurare la linea ferroviaria che collegava la produttiva Gragnano con Napoli e quindi con il resto della Penisola.

La pasta di Gragnano è la nostra preferita!
 Dopo un periodo di declino nel corso del 1900, oggi Gragnano è rinata come "Città della Pasta", ed è la prima città produttrice ed esportatrice di pasta in Italia. Come diceva il famoso attore comico Totò, simbolo della cultura e dell'ironia partenopea, "Se [la pasta] non è di Gragnano, desisti!".


Saluti al dente!

Tom

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