Siamo sicuri del grande potere di un buon caffè espresso di poter cambiare le nostre giornate, ci risveglia, ci unisce e ci dona lo slancio di cui abbiamo bisogno. Uno di noi (Tom) ama il caffè forte, intenso, non alterato da zucchero, ne ama il profumo e l'atmosfera che lo circonda. Ma come è nata questa deliziosa bevanda?
Angelo Moriondo |
La classica macchina per caffè espresso "La Spaziale", per molti baristi la migliore. |
Il Sambuca Molinari, il liquore forse più apprezzato per il caffè corretto |
E' essenziale che il caffè sia servito bello caldo. A Napoli, patria di elezione del caffè, l'espresso ve lo serviranno in una tazzina davvero bollente. Non provate a lamentarvi, il barista vi spiegherà che così va goduto per apprezzarne pienamente il valore aromatico. Sempre che non vi scottiate troppo la lingua. Il caffè nella città partenopea viene servito di solito tra gli 88 e i 90 gradi e la "tazzulella" (la tazzina in lingua napoletana) viene servita a non meno di 70 gradi. Per questo il caffè espresso partenopeo autentico viene descritto dalle "tre C", cioè Cocente (alta temperatura), Comodo (cioè con calma, il caffè deve essere un rito da godersi senza fretta) e per ultimo Carico, cioè il caffè deve essere bello forte, dal gusto molto intenso.
Per questo motivo di solito per servire l'espresso vengono utilizzate le tazzine in porcellana di forma conica e abbastanza spesse: serve a mantenere meglio il calore. E' sempre per questo motivo che di solito le tazzine di solito vengono mantenute sopra la macchina da caffè espresso (sempre calda) e coperte da un tovagliolo.
Insomma, non di sola moka Bialetti si vive, con un espresso al bar anche la più dura delle giornate migliora!
Salutoni,
Tom
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