viernes, 4 de abril de 2014

La storia della Moka

Nelle nostre case ci sono un sacco di oggetti che diamo per scontato, e uno di questi è senza dubbio la nostra cara vecchia moka. la vediamo e ci viene in mente subito un buon caffè, ma questa grande invenzione, semplice e geniale come dev'essere una grande invenzione, non ha più di ottant'anni! E' oggi considerata, assieme alla Vespa, alla Fiat 500 e alla Ferrari uno degli oggetti più iconici del disegno industriale italiano (o design, come lo definiscono gli esterofili). E' esposto al MoMa di New York e al Museo della Triennale di Milano. Ma vediamo come nacque!



Alfonso Bialetti, che a inizio secolo emigrò in Francia come operaio nelle acciaierie apprendendo numerose tecniche, quando tornò nel suo Piemonte decise di aprire nel 1919 una industria di modellazione metalli. Nel 1933 gli venne la geniale idea che cambiò la vita sia a lui che a tutti gli amanti del caffè al mondo. La sua intuizione fu di creare il caffè utilizzando il vapore dell'acqua bollente ottenuta in una camera inferiore: il vapore di caffè una volta uscito dal condotto si condensa e diventa il caffè liquido e nero che tutti amiamo.
Il nome da lui scelto per il brevetto, Moka, deriva dalla città di Mokha, in Yemen, da secoli uno dei grandi centri di produzione del caffè.
In questo modo, Bialetti democratizzò il concetto di caffè. Oggi in molti Paesi, come l'Italia e la Spagna, il caffè è un autentico rituale che vede le famiglie e gli amici radunarsi attorno alla tavola.



Molto diversa come sapore e come idea è di certo la macchina espresso, di cui parleremo in un altra occasione, creata nel 1901 da Luigi Bezzera. Oggi si può dire che ci siano due scuole di pensiero a proposito di che cosa rappresenti l'autentico caffè: ci sono coloro i quali lo amano fatto con la Moka, che possiamo definirli i "Bialettiani", e coloro i quali invece ritengono l'autentico caffè quello fatto con la macchina espresso, i "Bezzeriani". Potete scegliere lo schieramento che preferite, oppure potete -come facciamo noi- godere di entrambi!

E' interessante notare che molti pensatori ottocenteschi, come Honoré de Balzac, collegavano l'isolamento della caffeina, ottenuto nel 1820, con la nuova, energetica, rapida e frenetica società della seconda metà del XIX secolo e quella attuale del XX e del XXI secolo che conosciamo fin troppo bene. Si riteneva che il caffè agitava, svegliava le masse. Di certo non è bene esagerare con il caffè, ma renderlo un piccolo rituale condiviso è estremamente piacevole. Va comunque detto che la Moka non fu la prima modalità domestica per accedere al caffè, già nel 1819 infatti fu creata a Napoli la caffettiera per l'appunto nota come napoletana (con cui si ottiene un caffè delizioso! Ne parleremo, amici partenopei, non preoccupatevi!). Ma il procedimento con la moka è molto più immediato e rapido.



Oggi molte marche, come ad esempio l'elegante Alessi, creano interessanti caffettiere stilisticamente originali, ma la licenza autentica è sempre detenuta dalla Bialetti Industrie, e solo loro possono produrre la Moka ottagonale (contate pure, le altre marche hanno la base a sette o nove lati, ma mai a otto!).
Anche oggi, le caffettiere moka sono in gran parte prodotte in Italia. Dal 1933 al 1946 le industrie Bialetti produssero circa 70 mila pezzi all'anno, e dal 1946 in poi, quando Alfonso Bialetti lasciò il comando a suo figlio Renato, la produzione raggiunse anche il milione di pezzi prodotti all'anno. Con il Boom economico in Italia e in Europa, la caffettiera Moka divenne un simbolo della dolce vita, una maniera tutta italiana di godersi i piaceri della vita con semplicità senza rinunciare all'eleganza. La celebre campagna dell'Omino coi baffi iniziò nel 1953, e rese il marchio Bialetti immediatamente riconoscibile ovunque nel mondo. L'omino baffuto rappresentava lo stesso Alfonso Bialetti.






La Moka Bialetti e il nostro Bowl sono molto amici!


Ed ora qualche suggerimento per rendere il vostro caffè ancora migliore con la vostra Moka!

-Inserite l'acqua nella bacinella inferiore senza passare il segno della valvola: se inserirete troppa acqua fino a raggiungere il contenitore della polvere del caffè, la polvere si raddenserà e creerà una specie di tappo, e il vapore non potrà filtrare bene.

-Mettete la polvere di caffè nel contenitore e schiacciate leggermente, mi raccomando, solo leggermente! Altrimenti il vapore non potrà passare. E' questa una differenza sostanziale tra la Moka e la macchinetta espresso, in quanto quest'ultima ha bisogno di una polvere di caffè anche molto compatta per via della forte pressione a cui il vapore viene sottoposto.

-Mettete la vostra Moka al fuoco a fiamma medio-bassa. Non mettete la caffettiera su una fiamma alta, perchè il liquido del caffè viene ottenuto attraverso un processo noto come percolazione, e se il vapore è troppo caldo non filtrerà bene tutti gli aromi contenuti nella polvere.

-Dopo qualche minuto sul fuoco, la vostra caffettiera inizierà a borbottare e a gorgogliare. Ecco fatto, il caffè è pronto, versatelo dentro alle tazzine e tornate a tavola a parlare con i vostri amici!

-Se vedi che il caffè non è del tutto salito, la causa potrebbe essere che hai bagnato la polvere di caffè contenuta nel fondo del contenitorino e si è così creato un tappo, oppure semplicemente è il filtro che va cambiato. Un modo per ottenere un po' più di caffè in questi casi è quello di lasciare una bacinella di acqua fredda a fianco della caffettiera al fuoco, e inserire il fondo della caffettiera un momento nell'acqua fredda per farlo raffreddare istantaneamente, e poi rimetterlo al fuoco. In questo modo il caffè dovrebbe tornare a salire ancora un po'.



Buon caffè a tutti!

Tom


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